Il Coro nella Scuola: un’esperienza possibile?
Sarebbe forse necessario partire un po’ più da lontano e interpretare la complessità dei tempi che stiamo attraversando; bisognerebbe avere comprensione di quanto la rapidità dei cambiamenti e noi che ci affrettiamo a starvi dietro, la continua evasione offerta dalle moderne tecnologie (non solo ai più giovani) e la crisi di un sistema educativo che non sembra ancora allineato con tutto ciò, faccia apparire la decisione di dirigere un coro a voci bianche una scelta precisa e per nulla scontata.
Da maestro di scuola primaria non posso non rilevare quanto sia diventato difficile negli ultimi anni confrontarsi con una didattica realmente efficace, adeguata e che permetta di insegnare alle nuove generazioni come affrontare la vita. Le incertezze dei tempi moderni pongono sfide che non si possono eludere. Sulla base di ciò, appare evidente che lavorare con un coro di bambini è un’esperienza di grande rilievo, formativa ed appagante nello stesso tempo ma anche seria. Come è noto, ci sono differenze sostanziali nel modo di guidare un organico giovanile (o di voci adulte) e un coro di bambini. L’approccio con questi ultimi passa per canali che attingono a competenze non solo musicali ma anche, e soprattutto, di natura didattica. Proprio in quanto docente mi sono sempre posto il problema dell’insegnamento e questo aspetto è stato sempre al centro delle mie ricerche, del mio lavoro e dei miei interessi; e d’altra parte, da studente di composizione, ho avuto la fortuna di avere un maestro molto valido al quale devo tanto. Il suo esempio mi ha dato modo di ragionare su quanto importante fosse nella formazione di ciascuno avere accanto un docente scrupoloso e attento, premuroso ma con grande senso di responsabilità. Ad un certo punto, dalla scuola mi è giunta la precisa richiesta di formare e dirigere una compagine di piccoli cantori e così, per una convergenza fortunata e forse necessaria, le due grandi strade del mio percorso, quella di musicista e quella di docente, si sono incrociate e ne è nata una terza che forse vale la pena accennare, anche in un’ottica propositiva che possa contribuire in qualche maniera a far nascere o, semplicemente crescere, il desiderio di immergersi in questo universo con tutte le problematicità connesse al delicato compito. Colgo l’occasione concessami da Dirigo per provare a sollevare alcuni quesiti che per primo mi sono posto, nel passato, e che credo pertinenti; ad essi mi accingo a rispondere soprattutto sulla base di quanto ho maturato nel tempo e della strada fatta.
Il Coro nella Scuola
È possibile all’interno di un contesto non specifico, come un istituto scolastico, portare avanti esperienze rilevanti di natura musicale, capaci di configurarsi come attività realmente significative, anche in una prospettiva di indirizzo e orientamento? Generalmente, nelle associazioni c’è grande attenzione a un certo tipo di formazione e, d’altra parte, è evidente che chi sceglie di seguire i corsi mira ad obiettivi chiari e già dichiarati. C’è stato, tuttavia, nel corso degli ultimi decenni un proliferare, proprio all’interno delle scuole, di progetti laboratoriali portati avanti da docenti attivi con una preparazione musicale e didattica che hanno contribuito ad alzare gradualmente l’asticella, portando alla realizzazione di considerevoli risultati. L’attenzione del Ministero dell’Istruzione verso queste iniziative si è concretizzato nell’istituzione di una commissione apposita che si occupasse in modo specifico dell’apprendimento pratico della musica. Se da un lato essa è nata proprio a seguito dei felici esiti di tali operazioni è diventata, dall’altro, volàno di ulteriori opportunità. Ne è nato un dialogo fecondo tra le parti interessate sfociato in conseguenze anche importanti, come la nascita di una normativa che dà l’opportunità di attuare percorsi più strutturati.
Il D.M. 08/2011
Com’è possibile costruire un discorso ben articolato all’interno di una scuola primaria? Con decreto ministeriale numero 8 del 2011 tutte le istituzioni ed in particolare le scuole primarie, in regime di autonomia scolastica hanno facoltà, laddove ci siano docenti con formazione specifica, di attivare corsi di strumento musicale o di pratica corale. Nella mia scuola, in verità, eravamo un po’ in anticipo sui tempi, avendo avviato già anni prima un laboratorio corale rivolto agli allievi delle classi quarte e quinte. Questa esperienza pregressa ci ha consentito di arrivare, per così dire, più pronti all’appuntamento ed avendo anche una normativa che tutelava e regolava questo orientamento, abbiamo potuto metterlo a sistema, incrementando il numero di ore e di classi coinvolte. Sia ben chiaro, il decreto dà tale possibilità ma chiarisce anche che deve avvenire a costo zero ed è quindi dall’interno che vanno create le circostanze per “sfruttare” le specifiche competenze del docente. La nuova direttiva ministeriale ci ha così permesso di ottenere un altro importante risultato, quello di essere inseriti dall’Ufficio Scolastico Regionale nell’albo delle scuole primarie ad indirizzo musicale, un caso molto particolare!
Come organizzarsi
La dirigente scolastica che avevamo all’epoca della pubblicazione del D.M. sopracitato è stata una delle promotrici del lavoro che porto avanti nel mio istituto da anni e tra le prime domande che ci ponemmo, alcune si imponevano: come organizzare le prove? Quando attivare i laboratori, durante l’orario curricolare o in un momento diverso? Ottenuta la legge, andava realizzato un progetto funzionale che non intaccasse le lezioni scolastiche che gli alunni dovevano comunque seguire e garantire loro il diritto allo studio. Ritengo utile parlarne, senza avere la pretesa che avessimo la soluzione migliore, anche se nel nostro caso ha funzionato benissimo. In alcune circostanze abbiamo verificato che per gli allievi era possibile seguire in orario extracurricolare la pratica corale, in altre, ci si è organizzati diversamente: ad esempio, una delle soluzioni adottate era quella di prevedere da orario che materie come musica od altre attività espressive si tenessero nello stesso momento all’interno di alcune classi (magari di un’intera interclasse). Svolgendosi contemporaneamente la medesima attività, era possibile che alcuni allievi potessero uscire dalle classi di appartenenza per seguire settimanalmente le lezioni di canto corale. Certo, ci vuole una certa flessibilità, la collaborazione di più persone e, in particolare, lungimiranza, disponibilità e un certo grado di mecenatismo da parte dei dirigenti. Nel tempo, però, l’intera comunità scolastica ha riconosciuto il valore di quanto si stava realizzando ed ora la pratica corale è un punto di forza dell’intero istituto. Ho potuto beneficiare di figure che nel tempo mi hanno affiancato come la collega che da anni mi aiuta a gestire all’interno del coro le dinamiche tra i ragazzi, l’organizzazione di concerti, eventi, concorsi. Al pianoforte ci accompagna sempre un caro amico, raffinato pianista. Insomma, bisogna anche sapersi costruire la squadra. Il Coro nella Scuola: un’esperienza possibile?
Le esperienze significative Il Coro nella Scuola: un’esperienza possibile?
Vorrei menzionare tra le molte belle cose realizzate negli anni, l’importante rapporto nato con il centro di musica antica di Napoli “Pietà de’ Turchini”. La Fondazione, ora anche centro di produzione, tra i molti progetti musicali che porta avanti, si occupa della formazione musicale di giovani e talentuosi musicisti con la precisa volontà di mettere in dialogo in un’ottica costruttiva varie e significative esperienze in tal senso. Grazie all’incontro con la Fondazione il coro ha preso più volte parte a produzioni durante le stagioni concertistiche. Non posso non citare l’esecuzione, in prima assoluta, dell’opera di Piero Caraba Il resto del mondo è un mistero. Esperienze come queste hanno dato notevole forza alla realtà corale di cui mi occupo. Sempre per la Fondazione, ho il piacere di curare Napoli InCanta, una rassegna divenuta un appuntamento importante che coniuga gli aspetti esecutivi, affidati proprio ai cori a voci bianche e nuove ed inedite composizioni, scritte per la circostanza: lo scorso anno, abbiamo parlato attraverso la musica corale di un’emergenza che sentiamo particolarmente vicina: la mancanza di un’adeguata educazione all’affettività. Il tema di quest’anno sarà dedicato alla cura della nostra casa Terra. Compositori conosciuti del panorama nazionale hanno arricchito, finora, con le proprie gemme musicali le varie stagioni.
Perchè il Coro a Voci Bianche
Alla fine di questa analisi, a metà strada tra un racconto ed una considerazione più ampia, torna impellente soffermarci su un ultimo aspetto. Oggi, come mai prima, lavorare con bambini e ragazzi non è semplice, coinvolgerli in percorsi che esigono pazienza, passione e costruzione graduale implica un impegno concreto e proporre qualcosa che richiede tempo ed attenzione è difficilissimo. E allora ci si può legittimamente chiedere come e perché! Sul come direi che ci vuole tecnica, determinazione e, probabilmente, una vera e propria vocazione (questo, invero, riguarda l’insegnamento in generale) che si può avere o meno, ma se la si ha è urgente metterla a disposizione. Sul perché, non esiterei a rispondere: è un’emergenza educativa alla quale non ci possiamo sottrarre, è un compito non solo musicale ma anche morale, che tira in gioco il nostro saper essere al mondo e la nostra capacità di trasmetterlo con fiducia e tenacia.
Il Coro nella Scuola: un’esperienza possibile?
Il Coro nella Scuola: un’esperienza possibile?