Nel corso di quest’anno scolastico le scuole si trovano alle prese con la disciplina Educazione Civica che, se non è nuova nei suoi obiettivi educativi, lo è nel fatto che per la prima volta è prevista una valutazione ufficiale quadrimestrale a cura di tutti i docenti della classe. Questa titolarità disciplinare condivisa è un’ottima occasione per stimolare il processo di innovazione didattica, che prevede uno sguardo trasversale sugli apprendimenti e sulla consapevolezza del fatto che far acquisire competenze significa trasformare l’approccio alla realtà degli studenti. L’educazione civica diventa quindi un’ulteriore occasione per interrogarsi sul proprio operato didattico, oltre che per confrontarsi con i colleghi.
Le tematiche indicate dalle linee guida sono moltissime e tutte fondamentali per costruire una coscienza di cittadinanza attiva. Per questa ragione mi sono subito interrogata sul valore profondo di questa opportunità e su quale potesse essere il filo conduttore tra tematiche così importanti e a volte apparentemente lontane tra loro. È nato così, nell’Istituto Comprensivo presso cui insegno, il progetto Rispetto al centro, il cui fulcro centrale è il concetto di rispetto declinato in tutte le sue sfaccettature:
- rispetto di sé per quanto riguarda la dignità personale e lo stato di preservazione della salute;
- rispetto degli altri;
- rispetto delle regole di convivenza civile;
- rispetto della Legge;
- rispetto dell’ambiente;
- rispetto delle diversità.
Il rispetto diventa quindi una parola-chiave che sta al centro del processo e da cui partono tutte le attività, che si diramano con obiettivi diversi.
A questo punto, mi sono dovuta nuovamente interrogare come docente di musica per chiarire, prima di tutto a me stessa, come il linguaggio musica possa contribuire all’acquisizione di competenze di Educazione Civica. Sono giunta così ad identificare tre aree principali, pensate prima di tutto per la Secondaria di Primo grado, ma adattabili anche per altri ordini:
- musica come esempio di democrazia;
- musica come opportunità per lo sviluppo del senso critico;
- musica come linguaggio che si collega alla difesa e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale (Art. 9 della Costituzione Italiana).
MUSICA COME ESEMPIO DI DEMOCRAZIA
La musica strumentale e vocale di insieme è una pratica che racchiude in sé molto più delle competenze musicali necessarie ad eseguire correttamente un brano. Cela in modo costante e naturale i principi base della democrazia: lo sforzo di tutti è necessario per il risultato del gruppo, per un bene collettivo. La soddisfazione provata al termine di un’esecuzione in cui tutte le regole e i parametri vengono rispettati, e in cui ognuno offre il proprio contributo, anche se piccolo, conduce ad una gioia collettiva che i musicisti ben conoscono. Bisogna però rendere consapevoli i nostri alunni di questa magia, del perché sia importante sentirsi parte di un gruppo e di impegnarsi insieme, ascoltando gli altri prima ancora di eseguire la propria parte, suonando o cantando. Condurre gli alunni a trovare dei parallelismi tra questa esperienza di comunità ed altre situazioni del loro vivere quotidiano e della società è sicuramente la strada per valorizzare anche l’esperienza musicale. Anche in questo caso il rispetto si colloca al centro della consapevolezza dell’importanza e del valore della musica di insieme come momento formativo.
MUSICA COME OPPORTUNITÀ’ PER LO SVILUPPO DEL SENSO CRITICO
Nell’ascolto della musica, i nostri giovani alunni sono influenzati, come è normale che sia, dalle mode, dal bombardamento dei social, spesso senza una reale consapevolezza della scelta, dato che il loro gusto musicale e il senso critico sono in fase di costruzione. Diventa quindi importante aiutarli e guidarli nella costruzione di una consapevolezza delle loro scelte, come esercizio mentale al pensiero critico ed analitico.
Non è però imponendo loro una scheda d’ascolto ben strutturata, oppure fornendo giudizi di valore preconfezionati, che si raggiunge questo ambizioso obiettivo. Il percorso che propongo parte dai sentimenti, dalla creazione di un gancio emotivo che porti gli alunni a riconoscere il potere che la musica esercita sulle nostre sensazioni e che è assolutamente soggettivo. Per questa ragione ho costruito una Presentazione pre-formattata in cui gli alunni sono invitati individualmente a inserire brani o canzoni legati ad alcuni momenti della loro vita. L’attività si chiama Memorie sonore e prevede l’inserimento, nelle varie slides, di audio, video o semplici link a brani significativi per ogni singolo alunno. Ogni brano deve essere accompagnato da una breve descrizione che motivi adeguatamente la scelta. Una sorta di racconto della propria vita in musica.
L’attività è preceduta da un brainstorming in cui gli alunni sono invitati a riconoscere e schematizzare gli ingredienti fondamentali della musica. Per verificare quanto espresso in modo intuitivo, li invito ad esplorare la seguente nuvola di melodie, distribuite per emozioni. All’interno di questa mappa interattiva, i campioni musicali sono sistemati intersecando 13 dimensioni emotive evocate dalla musica e ispirate a due culture in particolare: USA e Cina. Ogni lettera corrisponde a una traccia musicale ed è sufficiente passare sopra con il mouse per ascoltarne un breve campione. Si accede direttamente alla fonte (quasi sempre disponibile) con doppio clic sulla lettera. È anche possibile riorganizzare le musiche all’interno della nuvola cliccando sulla lettera e trascinandola nella zona che si considera più idonea alle sensazioni emotive personali. All’esplorazione individuale segue una discussione e un confronto sulla effettiva corrispondenza della classificazione in base alle emozioni.
Quando chiedo le memorie sonore agli alunni mi impegno con loro a non renderle pubbliche, affinché si sentano il più possibile liberi di esprimersi, senza vergogna, imbarazzo o timore del giudizio dei pari. La prima volta che ho sperimentato questa attività mi sono molto emozionata e commossa nell’ascoltare le loro scelte abbinate alle loro motivazioni; non mi aspettavo che si mettessero così tanto a nudo emotivamente. In molti casi ho sentito il bisogno di ringraziarli per avermi permesso di entrare nel loro mondo sonoro e nei loro ricordi. Dopo questo primo passo, che fornisce una spinta motivazionale, l’attività prosegue con l’elaborazione condivisa di una scheda di ascolto: all’inizio sarà molto semplice e basata su elementi essenziali, in seguito si completa e si arricchisce parallelamente all’acquisizione delle competenze degli alunni. La Scheda di ascolto, che gli alunni non vivranno come un’imposizione perché sono stati protagonisti della sua costruzione, sarà la guida per una nuova attività: Un DJ al giorno. Ogni lezione infatti viene aperta con 5 minuti dedicati all’ascolto di una canzone scelta da un alunno (a rotazione tocca a tutti). Chi propone il brano o la canzone dovrà presentare anche la scheda già compilata e preparare una piccola presentazione orale del brano proposto (testo, stile, caratteristiche, struttura musicale, qualche curiosità). Di volta in volta la capacità di compilazione della scheda si affina per tutti e diventa sempre più condivisa e completata dal gruppo classe. La parola d’ordine anche per questa attività è ancora il rispetto: si manifesta verso le scelte altrui, gli stili diversi che vengono presentati, il diverso approccio nel rivestire il ruolo da DJ. Questa è un’occasione per far crescere le competenze di analisi e ascolto musicale, trasformandola in una sorta di icebreaker di inizio lezione con forte spinta motivazionale. Spesso ai minuti iniziali dedicati all’ascolto è opportuno aggiungere un piccolo spazio per scambi di idee e confronti. I risultati di questa sperimentazione spesso mi stupiscono e mi stimolano a trovare nuove strategie, nuovi sviluppi. Vengono migliorate tanto le capacità di analisi e ascolto, quanto quelle di pensiero critico e di apertura verso gli altri, nell’ottica di un dialogo costruttivo.
MUSICA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE
(Art. 9 della Costituzione Italiana)
La Repubblica promuove sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Questo articolo della Costituzione ci stimola a ricordare il valore dell’immenso patrimonio artistico musicale italiano. Quindi è indispensabile creare spirito di orgoglio verso la cultura musicale che ha visto l’Italia per secoli come la patria della musica. Le attività da proporre devono mirare alla creazione, negli alunni, del senso di appartenenza e del bisogno di tutelare un paesaggio sonoro che venga riconosciuto come un vanto. Questo obiettivo si intreccia al precedente: solo sviluppando senso critico e capacità di allargare i propri orizzonti di ascolto musicale e di accettare di esplorare nuovi mondi sonori, sarà possibile promuovere e tutelare il patrimonio musicale, facendo nascere contestualmente il desiderio di rispettarlo. Non è però sufficiente proporre lezioni di storia della musica e ascolti guidati senza passare dalla curiosità e dalla scoperta, senza rendere gli alunni desiderosi di saperne di più, coinvolgendoli sempre in attività laboratoriali che li vedano protagonisti e attivi nella costruzione del sapere. Non esiste repertorio, stile, epoca musicale che non sia adatta ai nostri alunni e ad un ascolto in classe, purché l’approccio sia ben strutturato e tenga sempre presente la necessità di attivare, prima di tutto, il bisogno di apprendere. Dunque è preferibile scegliere con cura gli elementi da proporre, senza preoccuparsi eccessivamente di seguire un ordine cronologico preciso e puntuale. Lo storytelling è poi uno strumento facilitatore nell’attivazione della curiosità: si presta a offrire legami con le altre discipline e attiva la creatività. Grazie allo storytelling, qualunque genere musicale, anche uno complesso come il melodramma, può essere presentato a degli adolescenti promuovendo interesse, passione e conoscenza. È importante ricordare che, per rispettare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale, non basta fermarsi all’acquisizione delle conoscenze, ma si deve ambire ad instillare il desiderio di continuare la scoperta.
L’educazione Civica nel mondo della scuola è quindi un’opportunità per tutti per riflettere su stili di vita e valori. Per questa ragione rappresenta uno stimolo per analizzare l’efficacia della nostra azione didattica e per sperimentare nuovi percorsi metodologici, soprattutto in un’epoca di grandi cambiamenti come quella che stiamo vivendo.
Molto interessante, mi piacerebbe farlo anche nella scuola dove insegno