A colloquio con Marco Angelini, Presidente della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina
Caro Marco, partiamo innanzitutto dal festeggiato: Giovanni Pierluigi, 1525–2025. Cinquecento anni e non sentirli?
Giovanni Pierluigi, esponente di punta della scuola polifonica romana, è certamente il massimo musicista italiano del Cinquecento e tra i più importanti compositori del Rinascimento europeo. Il Palestrina visse per tutta la vita a Roma, alla corte dei papi, rivestendo l’incarico di maestro di cappella presso le principali basiliche patriarcali per oltre quarant’anni. La sua opera fu principalmente legata alla produzione di messe e di musica liturgica per le celebrazioni pontificali. Probabilmente si deve a lui il salvataggio della polifonia nella liturgia, che il Concilio di Trento avrebbe voluto abolire.
La Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina ha organizzato un nutrito carnet di eventi per il 2024, anno di preparazione al Cinquecentenario, e per il 2025. Per l’occasione è stato anche costituito un Comitato. Ci puoi dire qualcosa a riguardo di quest’ultimo?
Ho avuto la fortuna e l’onere di essere il presidente della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina in questi anni in cui abbiamo potuto prepararci per questa importante ricorrenza. La Fondazione è stata costituita nel 1973 e quindi lo scorso anno (2023) abbiamo festeggiato i suoi primi cinquant’anni! In questo periodo essa ha svolto un’attività diretta allo studio e alla valorizzazione della figura e della produzione artistica di Giovanni Pierluigi da Palestrina, della cultura a lui contemporanea nonché della fortuna del compositore nel Cinquecento e nei secoli successivi. Dal 1994 la Fondazione ha preso in carico la gestione e l’apertura al pubblico della casa natale del musicista dove, al suo interno, sono stati costituiti ed attrezzati una biblioteca specializzata con circa diecimila volumi (tra cui oltre cinquecento del fondo antichi e rari), un archivio documentario e musicale su Palestrina ed i suoi contemporanei (iniziato negli anni ’70 con microfilmatura e schedatura del materiale e attualmente in fase di riversamento in digitale), una mostra biografica sul Palestrina e un bookshop con tutte le collane delle pubblicazioni della Fondazione: Atti dei convegni, Musica e musicisti del Lazio, Riproduzioni anastatiche delle fonti palestriniane, Storia della Cappella Sistina, Quaderni della biblioteca Pierluigi e altre. La Fondazione ha già organizzato in passato tre congressi internazionali (1975, 1986 e 1994) dedicati a «Palestrina e l’Europa», convegni dedicati all’eredità barocca dello stile palestriniano (convegno su Francesco Foggia, 1988; convegno su Ruggero Giovannelli, 1992; convegno su Orazio Benevoli, 2019). A questi appuntamenti si sono aggiunte le giornate di studio dedicate ai temi «Protagonisti e capolavori della Scuola Romana» (2002), «Palestrina e Orlando di Lasso» (2008), «Lino Bianchi» (2017), «Dante e la musica» (2021). Dal 1983, ogni anno promuove un’attività concertistica a Palestrina e nel Lazio con un ciclo di concerti da titolo «Palestrina e l’Europa» che è giunto alla sua quarantunesima edizione, con la partecipazione di complessi corali locali amatoriali e complessi polifonici professionali provenienti da ogni parte del mondo. Con decreto del Ministro della Cultura del 28 febbraio 2024 è stato istituito il Comitato nazionale per le celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della nascita del Pierluigi, ed io ne sono stato nominato Presidente. Il Comitato ha il compito di programmare, promuovere e curare lo svolgimento delle manifestazioni per le celebrazioni del cinquecentenario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina.
Una serie di eventi prestigiosi, si diceva, alcuni già conclusi, altri in programma: di carattere musicale, didattico, divulgativo o di stampo più musicologico. Ci puoi illustrare le iniziative?
Il Comitato ha iniziato già nel 2024 la sua attività dal titolo «In cammino verso il Cinquecentenario del 2025». Si è tenuta a Palestrina lo scorso 21 settembre una giornata di Studi su «Mecenatismo e Patronato tra il ‘500 e il ‘600» e si sta svolgendo un ciclo di concerti in attesa del 2025. Sono stati banditi due concorsi: uno rivolto alle scuole primarie e secondarie per un bozzetto per il logo del Comitato e per un francobollo commemorativo, per realizzare un progetto rivolto ai giovani con cui celebrare la ricorrenza della nascita del Pierluigi. Un altro concorso internazionale per il migliore lavoro di ricerca inedito sulla figura, l’opera, le fonti e l’ambiente di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Il concorso prevede l’assegnazione di un primo premio di cinquemila euro e di un secondo premio di duemila euro, nonché la pubblicazione dei lavori vincenti a cura della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina. Per il 2025 è in programma nella basilica cattedrale di Palestrina un «Festival di musica polifonica del ‘500» di cui abbiamo già le date dei primi concerti (11 gennaio, Coro dell’Università del Minnesota; 22 gennaio, The Tallis Scholars, direttore M° Peter Phillips; 25 aprile, Westminster Cathedral Choir, direttore M° Simon Johnson; 3 maggio, Colloquium Chor Füssen e.V., direttore M° Petra Jaumann Bader; 11 luglio, ECCO Choir, U.S.A.). Altre iniziative sono previste dal Comitato nazionale per il 2025: 22-23 febbraio una masterclass in direzione corale in collaborazione con l’Associazione Emiliano Romagnola Cori tenuta dal M° Fabrizio Barchi; 11–12 aprile una giornata di studio per direttori di coro «Cantiamo a casa del Pierluigi», in collaborazione con l’Associazione Nazionale Direttori di Coro Italiani; 16–18 Maggio il convegno internazionale di studi «Vita – Opere – Stile – Ascendenze». E poi ancora il convegno internazionale «Palestrina e i Giubilei del ‘500», una mostra di pittura dal titolo «Pierluigi, i suoi luoghi e il suo tempo», una mostra fotografica su «Musica e coralità», l’emissione di un francobollo commemorativo e un annullo speciale filatelico, la pubblicazione del volume di A. Pinci Giovanni Pierluigi da Palestrina nel collezionismo e infine la cerimonia della posa del ritratto cinquecentesco del Pierluigi nella casa natale.
In ogni genetliaco che si rispetti non manca mai una fotografia che immortala il festeggiato. In questo caso la fotografia risale al 1566. Mi riferisco, ovviamente, al ritratto del Pierluigi acquistato di recente dalla Fondazione. Possiamo davvero dire «Bentornato, Giovanni!». Come si è sviluppata l’idea e come avete condotto a termine questa meritoria impresa?
Alla fine del 2023 la Fondazione è venuta a conoscenza che la famosa casa d’aste londinese Sotheby’s avrebbe messo in vendita il più antico ritratto del musicista (1566), che si trovava conservato agli inizi del Novecento nella collezione del cantante lirico Evan Gorga, all’interno della celebre raccolta di strumenti musicali d’epoca, poi passata allo Stato Italiano ed esposta nel Museo Nazionale degli Strumenti Musicali a Santa Croce in Gerusalemme. Prima del secondo evento bellico mondiale, il dipinto è stato venduto dagli eredi Gorga negli Stati Uniti al collezionista Frank De Bellis. Dopo la sua morte, il ritratto è ricomparso presso un noto collezionista tedesco, i cui eredi l’hanno affidato per la vendita alla casa d’aste londinese. Si tratta di un’opera estremamente rara e di gran pregio, raffigurante il massimo esponente del Rinascimento musicale italiano. Così la Fondazione, in vista del Cinquecentenario, ha provato a far dichiarare il dipinto di interesse nazionale da parte del Ministero. Ciò è servito ad ‘ostacolare’ la vendita e quindi la casa d’aste ci ha messo direttamente in contatto con i proprietari con i quali abbiamo instaurato una trattativa privata. Dopo una veloce raccolta fondi tra i soci e sponsor siamo riusciti ad aggiudicarci la tela che il 9 maggio scorso è pervenuta nella Casa del musicista. Durante l’anno cinquecentenario il Comitato nazionale organizzerà una cerimonia, alla presenza del Ministro della Cultura, per la posa del ritratto nella casa natale.
Gli anni 1975, 1986 e 1994 videro la celebrazione di importanti convegni di studi sul Palestrina, gli atti dei quali hanno rappresentato per molti studiosi delle generazioni successive, come il sottoscritto, un punto di riferimento sulla sua figura. L’anniversario del 2025, che coincide con la celebrazione del Giubileo, vede in programma ben due convegni internazionali: uno intitolato Il Palestrina nella vita, nelle opere, nel suo tempo e un secondo incentrato appunto sul tema Palestrina e i Giubilei del ‘500. Ci puoi dire qualcosa a proposito?
Come già accennato, il primo convegno si terrà a Palestrina nei giorni 16–18 maggio 2025 e sarà incentrato sull’immagine e l’operato del Principe della Musica: vita, opere, stile e ascendenze. Gli argomenti saranno quanto più estensivi, guardando alla realtà coeva nonché alla ininterrotta tradizione impressa dalla sua importanza musicale e spirituale. Sono già state inviate le call for papers a conservatori, istituzioni musicali, studiosi e musicologi in tutto il mondo. Il secondo convegno, sul tema «Palestrina e i Giubilei del ‘500» si terrà probabilmente nell’autunno 2025 e verrà organizzato nell’ambito delle iniziative per il Giubileo della Chiesa Cattolica.
Un’ultima domanda, più personale (e forse meno diplomatica). Palestrina, Princeps musicae, è autore di musica sacra e profana, anche se quest’ultima è indubbiamente meno nota al grande pubblico della prima. Il suo nome è infatti così strettamente legato alla musica al servizio della liturgia cattolica post-tridentina da divenirne un modello fino al Concilio Vaticano II, che sulla carta ribadì ancora il valore della grande polifonia (SC 116). Scripta manent, ma venne l’oblio. Qualcuno mi fece notare una volta che l’assise conciliare, che si era aperta con la Missa Papae Marcelli eseguita dalla Cappella Sistina guidata da Bartolucci, si chiuse sei anni dopo con l’ordinario previsto dal Kyriale nelle ferie per annum. Non so se questo corrisponda a verità, ma a dispetto di quanto richiesto dai padri conciliari, Palestrina e la sua grande polifonia divennero de facto, a poco a poco, ospiti non graditi nella liturgia del Concilio (mal) interpretato, più che di quello (ben) celebrato. Palestrina: Principe della musica ‘dimenticata’? Cosa pensi a riguardo di quanto oggi si ascolta in chiesa e quali sono i rapporti tra la Fondazione che mantiene viva l’attenzione sul Pierluigi e quelle istituzioni ecclesiali che lo hanno relegato nel museo delle cose belle, ma superate?
Io sono il presidente della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina, ma non sono né un musicologo né un musicista. Certamente la nostra direzione artistica, composta dai proff. Giancarlo Rostirolla, Joan Herczog, Cecilia Campa e Maurizio Sebastianelli, saprebbe dare una risposta a queste tue interessanti riflessioni. Quello che però posso dirti (anche da ex cantore per tanti anni nel Coro Città di Palestrina) è che certamente la musica del Palestrina non è facile da eseguire e può risultare difficile da ascoltare per chi non è abituato. Eppure vediamo che vengono a Palestrina cori che hanno il desiderio di esibirsi nella cattedrale ‘del Pierluigi’ e di cimentarsi con quel contrappunto che lo stesso Pierluigi aveva studiato fin da ragazzo. E molto spesso in questi cori cantano ragazzi che, probabilmente, sono abituati ad ascoltare alla radio o su Spotify generi musicali ben diversi. Alla tua provocazione rispondo con le parole del maestro Riccardo Muti che nel 2018, al termine di una sua esibizione, affermò «invece di fare le schitarrate in chiesa, noi abbiamo Palestrina, Luca Marenzio, abbiamo una storia del Cinque e Seicento di musica… Come vorrei nel giorno della mia morte sentire la musica del Palestrina intorno alla mia bara!». Ho scritto al maestro Muti invitandolo a Palestrina per ascoltare la musica del Principe della Musica! Allo stesso modo invito tutti i vostri lettori a venire a Palestrina nel 2025 per assistere ai concerti, alle mostre, ai convegni e per gustare quei suoni del cinquecento che, forse, per cinquecento anni sono rimasti relegati nel museo delle belle cose!
Buon cinquecentesimo compleanno, Giovanni!