Durante l’adolescenza i ragazzi ascoltano tanta musica: essa rappresenta una componente importante nella loro vita e si rivela in molti casi liberatoria e terapeutica: ascoltare, cantare, suonare da soli o insieme fa stare meglio, anche fisicamente. Sappiamo che la Musica aiuta i giovani a comprendere importanti tematiche personali, sociali e ambientali e li sensibilizza nelle loro azioni quotidiane.
Ma tutto questo interesse dei teenager in Italia non viene supportato né da una solida tradizione musicale familiare, né tantomeno dalla Scuola. Infatti, dopo la Scuola Media, il vuoto! Eccetto per i Licei musicali, sempre pochi ed elitari, la Musica, intesa sia come guida all’ascolto, sia come pratica musicale, non è inserita come materia curricolare o extracurriculare nella maggior parte degli Istituti Superiori. Un vero peccato per l’adolescente, che potrebbe andare ben oltre le musichette spesso commerciali che propongono i social e i mass-media, indirizzare lo sguardo verso un repertorio più vasto e valido e vivere la musica da protagonista!
Nell’attesa di veder riconosciuta a livello istituzionale la possibilità per ogni ragazzo degli Istituti Superiori di poter scegliere di coltivare la Musica come vuole, credo che Il coro possa rappresentare un facile, valido e spesso entusiasmante modo per “fare” musica insieme, senza troppi sforzi economici, né prerequisiti musicali.
Qualcuno la chiama “musica dei poveri”, perché può essere svolta con ottimi risultati anche da persone che non suonano nessuno strumento, né conoscono bene il linguaggio musicale; la voce di per sé è un ottimo strumento musicale e il cantare insieme arricchisce l’individuo in tanti aspetti.
All’inizio sembra strano, ma la difficoltà maggiore nei licei è quella di abbattere i falsi pregiudizi dei ragazzi verso il canto. Molti di loro snobbano l’attività corale, la ritengono un’attività da vecchi, da chiesa, e poi… si vergognano. In famiglia non sono stati abituati a cantare. Per loro cantare è come mettersi a nudo, si sentono inadeguati, specialmente i maschi, che hanno superato da poco tempo la muta della voce. Allora diventa impresa ardua far capire che non è così, che la voce può essere educata man mano, che c’è tanta soddisfazione nel far musica insieme, che fare coro non significa solo cantare e può rivelarsi anche molto utile nel loro curriculo scolastico (vedi PCTO).
L’esperienza mi ha insegnato che il momento iniziale è fondamentale. Secondo me attivare una serie di ‘iniziative promozionali’ che chiariscano le idee ai ragazzi e facciano superare questo preconcetto del “non fa per me” è una tappa imprescindibile dell’attività corale:
1) organizzare una LEZIONE-CONCERTO del coro a scuola a fine anno e anche all’inizio del nuovo anno, all’Open day delle classi Prime… una vera rivelazione per molti alunni, che sentono per la prima volta un repertorio più moderno o comunque accattivante, ricredendosi subito sulle loro convinzioni ed apprezzando il lavoro svolto (qualche ragazzo addirittura mi ha confessato di aver scelto quella scuola dopo averci ascoltato);
2) se possibile, invitare un bravo Coro Giovanile amico ad ESIBIRSI A SCUOLA;
3) PASSARE DI CLASSE IN CLASSE all’inizio dell’attività: proponendomi di persona, e non solo tramite una circolare, faccio conoscere quello che il coro è riuscito a fare negli anni, anche come esperienze di viaggi e incontri, dando i riferimenti social;
4) proporre delle AUDIZIONI a tu per tu, in presenza o anche più semplicemente online, non selettive, volte principalmente a presentarsi e a far conoscere la realtà corale in tutte le sue sfaccettature;
5) se possibile organizzare, durante le prime settimane di accoglienza, sempre d’accordo con la Dirigenza e con i docenti, un CHORAL DAY di mattina, della durata di un’oretta e mezza circa: una prova senza impegno per gli interessati (massimo tre ragazzi per classe). In questo modo i ragazzi, incuriositi, si sentono liberi di partecipare e, col supporto anche dei coristi più esperti, percepiscono con soddisfazione la ricchezza del cantare insieme, di trovarsi “dentro” la musica, riuscendo in poco tempo a realizzare un brano a più voci.
COSA PROPORRE?
Non pensiate che all’inizio si debbano proporre solo brani facili ad una voce. Un brano semplice, ma che sia anche articolato in termini di polifonia, attira subito i ragazzi che si sentono avvolti dalla bellezza dell’armonia. Ad esempio, mi sono trovata sempre bene con i brani rinascimentali che hanno le tre o quattro melodie complete, cioè che si possano eseguire sia da sole che una sopra l’altra. È il caso di Three country dances, oppure il famoso Tourdion, che ho avuto il piacere di eseguire tante volte in gemellaggio con altri cori.
Vi do qualche riferimento:
THREE COUNTRY DANCES https://youtu.be/AfaMoYyIFEc
TOURDION, con un coro giovanile maschile canadese https://youtu.be/wwvyPjEBBRY .
Questi brani sono facili da imparare ed entusiasmano subito i ragazzi.
Brani ritmici, orecchiabili e “positivi” sono anche gli spiritual o i canti africani, ad esempio
WE SHALL NEVER DIE https://youtu.be/woB-yFkYKcA ( minuto 13 ca.), oppure I’M GONNA RIDE, AYANGENA, SIJAHAMBA, SHOSHOLOSA.
Di facile apprendimento e piacevoli sono anche alcune canzoni degli anni ’60, come BARBARA ANN dei Beach Boys, che con pochi e facili passaggi armonici crea subito una bella energia.
Questi brani iniziali risultano abbastanza semplici ed accattivanti per i nuovi arrivati, ma nello stesso tempo graditi anche ai coristi più esperti, e serviranno da collante alla vera e propria attività corale. Si creerà subito un clima amichevole e simpaticamente impegnato, che permetterà nel tempo di costruisce brani man mano più complessi attraverso la regolarità dell’impegno settimanale.
Tutto questo iniziale lavoro, per me indispensabile e produttivo, sarà possibile attuarlo solo se ci sarà un Dirigente Scolastico illuminato, sensibile al richiamo della Musica tra i ragazzi, consapevole del suo valore umano, culturale e sociale e contento che il Coro possa rappresentare nel tempo una bella immagine dell’Istituto, partecipando ai vari eventi organizzati a scuola e fuori. Certo occorrerà fare i conti con le non sempre floride risorse degli Istituti ma, grazie ad un possibile sostegno delle famiglie e alla passione di noi Direttori, l’attività corale diventa realizzabile.
Il Coro viene così inserito nel Piano dell’Offerta Formativa e anche nel percorso di Alternanza Scuola-Lavoro, per cui le prove, i concerti, l’organizzazione e partecipazione ad eventi vari consentono di assicurare parecchie ore per il PCTO, il Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, obbligatorio per i ragazzi dal Terzo liceo in poi. Tutto questo potrà dare un’ulteriore dignità al lavoro corale e i ragazzi si sentiranno ampiamente motivati e gratificati.
In questo modo il cammino dell’attività corale potrà cominciare col piede giusto negli Istituti Superiori.
Si scopre presto nel Coro un mondo nuovo, inaspettato e decisamente stimolante: in breve tempo si organizzano esibizioni pubbliche a scuola e fuori e negli anni svariate esperienze, ognuna indimenticabile nella sua particolarità!
Chi mai avrebbe immaginato di poter conoscere personaggi interessanti del mondo della cultura, della scienza o della politica e visitare luoghi altrimenti inaccessibili: il Teatro Olimpico, l’Agenzia spaziale italiana, il Palazzo Venezia, l’Istituto di vulcanologia, l’Ara Coeli, la Nuvola, L’Auditorium Parco della Musica, il Campidoglio, questo solo a Roma… e poi i viaggi annuali in giro per l’Italia e il tour a Bruxelles: attraverso il coro è stato possibile!
Naturalmente, dopo un iniziale approccio che viene incontro ai desiderata dei ragazzi, si possono proporre man mano brani di diverso tipo (rinascimentali, classici, popolari, pop, jazz, rock) e anche di una difficoltà maggiore. I ragazzi sicuramente gradiscono e sono tanto più soddisfatti quanto più hanno faticato a conquistare una buona esecuzione. Per questo si sono rivelati sempre molto utili le frequenti partecipazioni a CONCORSI regionali o nazionali, perché hanno dato la giusta motivazione a migliorarsi, a disciplinarsi e a godere dei risultati raggiunti. Qualche esempio tra tanti:
Concorso Tocchi 2017 https://youtu.be/9e5EYQ8Nrsk
Concorso Nazionale Giovani Musici 2014, Università La Sapienza di Roma https://youtu.be/NWfI28qkxUI
Concorso Tocchi 2019 https://youtu.be/BoiiPjx1UcU
Accettare le sfide e non temere il confronto con gli altri: questo si fa con i concerti, le rassegne e i concorsi.
Il coro si rivela perciò una grande opportunità di crescita per i giovani, un’attività che piace, che crea amicizie al di là di ogni barriera e diversità, relazioni che spesso diventeranno stabili per tutta la vita. I ragazzi imparano a condividere, a lavorare insieme, ad essere solidali, a rispettarsi e aiutarsi reciprocamente. Il coro diventa un grande gioco di squadra dove il più bravo non prevarica, ma supporta in modo efficace la resa del brano.
Il covid purtroppo per due anni ha tenuto tutti noi lontani dagli eventi corali. Ma se la pandemia ha fermato bruscamente questo percorso, nel contempo ha valorizzato e rafforzato ancora di più i vari aspetti positivi del cantare insieme. Per me e per il mio coro è stato bello quest’anno tornare a cantare dal vivo, anche se con le scomode mascherine, e non ho potuto non soddisfare il desiderio di realizzare uno dei brani preferiti dai giovani, Bohemian Rhapsody, eseguito a scuola lo scorso 15 marzo 2022 in occasione dell’incontro con il regista Daniele Luchetti. Siamo così tornati a far musica insieme nella ricerca dell’Armonia.
Condivido la gioia dell’evento e auguro a tutti voi un buon lavoro!